mercoledì 30 gennaio 2013

La pioggia - parte 1


lunedì 28 gennaio 2013

Perche'

Avete presente quelle fasi della vita durante le quali un bambino chiede "perche'" a tutto?
Q: Perche' il tavolo e' giallo?
A: Perche' qualcuno lo ha colorato.
Q: Perche' qualcuno lo ha colorato?
A: Perche' pensava che fosse piu' bello.
Q: Perche' pensava fosse piu' bello?
A: Zitto e mangia.
Ecco, a me e' capitata la stessa cosa oggi solamente che al posto del bambino avevo lo st(R)agista e al posto del colore del tavolo avevo il router.
Intendiamoci, non ho nulla contro chi e' curioso e, anzi, preferisco uno cosi' piuttosto che un'ameba incapace di pensiero ma a un certo punto scatta il RTFM e via che si va.
Sono in riunione con il Boss quando mi viene detta una cosa che mi fa gelare il sangue nelle vene.

Boss: Oggi quando andrai a fare l'installazione da [cliente], tirati dietro lo st(R)agista e spiegagli come funziona l'installazione di un router.
Io: (penso) AAAAARRRRGGGGGHHHHHH!!! (dico) Ok.

Cosi' pieno di (sarcasmo) belle speranze (/sarcasmo) vado dal cliente tirando dietro la palla al... lo st(R)agista. Arriviamo in sala macchine, ci piazziamo e io inizio a lavorare. Lo strano silenzio dello st(R)agista non mi fa pensare a nulla di buono.

st(R)agista: Senti ma se ho un router a cosa serve un firewall?

Guardo lo st(R)agista, sospiro e mi metto a spiegare (sarcasmo) con tanta gioia e amore (/sarcasmo) la differenza fra router e firewall. Finita la veloce spiegazione, mi rimetto a lavorare ma dopo sette secondi contati...

st(R)agista: E  se io ho un router a cui e' collegato un firewall, cosa fa esattamente il router visto che ha solo il firewall collegato?

Seriamente, DEVO aver fatto qualcosa di male nella mia vita passata.
Riguardo lo st(R)agista e mi rimetto a spiegare per quale cavolo di motivo un router e' diverso da un firewall, nome a parte.

st(R)agista: Ma se tutti i pacchetti che riceve il firewall vanno al router, da li' dove vanno? Da qualche parte su Internet?
Io: No, vanno a casa del mago Zurli'.
st(R)agita: Come scusa?
Io: (alzando gli occhi al cielo) Niente, ora ti spiego.

E giu' di nuovo a spiegare. Purtroppo, il silenzio che segue e' di breve durata.

st(R)agista: Ma se l'interfaccia esterna del firewall va a 100Mb e la connessione alla LAN e' di 1 GB, i dati che non passano vanno persi nel mezzo?
Io: Certo, e' una gara di velocita'. Il primo che arriva riesce a ricevere i dati, gli altri devono riprovare e forse saranno piu' fortunati.

Attimo di silenzio.

st(R)agista: Ma dici davvero?

Ma se lo sigillo in un rack dite che e' un gran problema per l'umanita'?

Io: No, ovviamente.

E giu' a spiegare. Passano due, forse tre secondi scarsi di silenzio, poi lo st(R)agista ritorna all'attacco.

st(R)agista: Ma se io ho due reti, 192.168.0.0/24 e 192.168.1.0/24 connesse a un firewall, i pacchetti fra queste due reti arrivano al firewall poi il firewall manda tutto al router che spedisce su Internet. A questo punto i pacchetti tornano indietro e vanno all'altra interfaccia. O forse non ho capito bene.
Io: RTFM.
st(R)agista: Come?
Io: Cerca su Internet, vedrai che trovi la definizione di quella parola.
st(R)agista: Ok, grazie!

Beata, ingenua gioventu'. :)

venerdì 25 gennaio 2013

Ma proprio non puoi?

Se c'e' una cosa che davvero mi sta sulle scatole e' quando una persona mi chiede una cosa, io rispondo e la stessa persona subito dopo mi domanda se sono sicuro come se rispondessi a [organo genitale maschile, volgarmente detto] di cane ogni volta che apro bocca.
Oggi, un'utOnta che mi sta particolarmente sulle scatole, mi ha contattato perche' non riesce nell'erculea impresa di riaccendere un router, un firewall e un server. Questo, nonostante ieri sera le abbia spiegato come si fa (ovvero porti il pulsante di ogni apparato da "zero", cioe' spento, a "uno" cioe' acceso).

utOnta: Puoi fare un salto qui?
Io: No, sono da un cliente a 40 km di distanza e non riesco a venire da voi (in realta' sono in telelavoro e la distanza e' anche piu' grande ma fa lo stesso).
utOnta: Non c'e' nessuno che puo' venire?
Io: No, perche' i miei colleghi sono tutti impegnati in altre attivita'.
utOnta: Ma sei proprio sicuro che nessuno possa venire?
Io: (penso) Oh, cavolo si, ora che me l'hai chiesto una seconda volta direi proprio di si. Aspetta che prendo la macchina e arrivo (dico) No, ne dubito molto fortemente.

Penso che sia chiusa li' ma ovviamente mi sbaglio.

utOnta: Senti ma com'era quella procedura che mi hai spiegato ieri?

Seriamente, mi dite cosa c'e' di complesso nel portare un pulsante da zero "spento" a uno "acceso"? Se non fosse per il fatto che sono utOnti potrei pensare che vivono nella caverne.

Io: Hai presente l'armadietto dove ci sono le cose che devi accendere? (Che se dico "apparati" va in panico o pensa male).
utOnta: Si.
Io: Bene. La prima cosa da accendere e' il router. E' il "Cisco" (pronunciato com'e' scritto).
utOnta: Come faccio ad accenderlo?
Io: (penso) Calma, calma che fra poco e' finita (dico) Sul retro del router c'e' un pulsante. Adesso e' su zero, cioe' spento. Lo devi portare su uno.
utOnta: Ma sei sicuro?
Io: (penso) No, ti sto prendendo in giro. Se porti l'interruttore del router su uno, tutta Internet, compreso feisbuc, viene cancellata dalla faccia della terra (dico) Si, sono sicuro.
utOnta: Ok, ma come faccio? Mica riesco a vedere dietro cosa c'e' scritto. Dovrei spostare tutto!

Ovviamente, il fatto che se il pulsante e' su zero e tu lo devi portare su uno basta premerlo una volta sfugge completamente alla (mancanza di) intelligenza di questo soggetto.

Io: Se allunghi una mano lo riesci a raggiungere l'interruttore?
utOnta: Si, ma non hai risposto alla mia domanda.
Io: Sposta l'interruttore.
utOnta: Ma...
Io: Assecondami. Sposta l'interruttore nell'unica altra posizione possibile (Hint! Hint!) e dimmi se si accende il router.

Dopo qualche secondo...

utOnta: Si e' acceso.
Io: Ottimo. Ripeti la procedura con il firewall.
utOnta: Qual e' il firewall?
Io: Quello rosso (penso) che se ti dico "Watchguard" rischi di non trovarlo nonostante sia l'unico apparato rosso li' dentro.

E anche il firewall si accende.

utOnta: E ora?
Io: Il server e' piu' semplice (ahahahahahahahhahahah... ehm). Davanti hai un pulsante. Premilo e si accende.
utOnta: Davanti non c'e' nessun pulsante.
Io: Quello tondo, nero, al centro lo vedi?
utOnta: Si ma non si schiaccia.

E gia' siamo passati da "nessun pulsante" a "non si schiaccia".

Io: La cosa mi sembra molto strana (penso) o meglio, a dir poco impossibile.
utOnta: Guarda, sto provando ora.

Guardare al telefono e' dura ma lasciamo stare.

Io: Su quel server c'e' solamente un pulsante da premere che e' quello nero che ti dic...
utOnta: (Interrompendomi) Con firewall e router Internet funziona?
Io: Beh, si ma non avete accesso ai documenti aziendali.
utOnta: Sopravviveremo. Venite appena possibile.

E butta giu'.
Le prime due domande che mi sono venute in mente sono state:
  1. Come puo' un essere pensante non trovare un pulsante nero al centro di un case?
  2. Come puo' un essere pensante arrivare a chiedere l'intervento di un tecnico per premere quel [parola poco carina] pulsante?
Poi mi sono ricordato con chi ho a che fare e ho lasciato perdere. E' bello pero' sapere che puo' esplodere tutta l'azienda, purche' Internet (aka feisbuc) sia raggiungibile.

mercoledì 23 gennaio 2013

lunedì 21 gennaio 2013

DMZ, questa sconosciuta

E figurarsi se non doveva ricapitarmi il supporto tecnico poco supporto e molto poco tecnico.
In questi giorni sto testando un nuovo software per eseguire il backup di un mail server in DMZ. Il problema e' che il suddetto software, di punto in bianco, oggi si e' rifiutato di fare il backup restituendo una serie di errori che un sumero avrebbe potuto scrivere in maniera piu' chiara.
Visto che non ho ne' il tempo ne' la voglia di cercare di capire cosa passava nella mente del programmatore quando ha scritto questo affare, mi collego al sito del produttore e scrivo due righe di mail al supporto tecnico.
Nota: non ho scritto all'amministrazione, al commerciale o al presidente. Ho scritto al supporto tecnico.

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From: Io
To: Supporto Tecnico
Subject: Problema con [nome software]
Body: Salve, sto testando il vostro software di backup [nome software] su un database MS SQL installato in un server di posta in DMZ. Fino a qualche giorno fa sono riusciuto a farlo funzionare correttamente ma oggi si e' bloccato e ogni volta che tento di eseguire un salvataggio mi vengono restituiti gli errori che trovate in allegato. Nella nostra configurazione aziendale, a livello di switch e regole di firewall, non e' cambiato nulla. Potete aiutarmi a sistemare il problema? Buona giornata.
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Per l'ora seguente mi dedico ad altro poi arriva la mail di risposta.

Io: (penso) Dai, almeno sono rapidi. Hanno risposto in un'ora.

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From: Supporto Tecnico
To: Io
Subject: Re: Problema con [nome software]
Body: Buongiorno, il suo e' un problema conosciuto. Per risolvere il problema basta seguire le istruzioni pubblicate sulla seguente knowledge base: [URL difficilmente raggiungibile da un essere umano]. Cordiali saluti.
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Io: (penso) Hanno risposto in un'ora e con la soluzione? Incredibile.

Carico la pagina, apro la soluzione, applico la soluzione, lancio il backup.
Devo dirvi il risultato?
Un minuto dopo invio la seguente mail.

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From: Io
To: Re: Supporto Tecnico
Subject: Problema con [nome software]
Body: Salve, ho applicato la soluzione che mi avete proposto ma non e' cambiato nulla. Vi ricordo, nel caso in cui possa fare una qualche differenza, che il database e' MS SQL e risiede su un server in DMZ. Esiste un altro modo per risolvere il problema? Buona giornata.
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Visto e considerato che nella prima mail mi e' stato detto "e' un problema conosciuto", dubito molto fortemente che la mia frase "Vi ricordo, nel caso in cui possa fare una qualche differenza, che il database e' MS SQL e risiede su un server in DMZ" serva, ma non si sa mai.
Detto fatto, dopo un paio di ore mi arriva una risposta che mi fa gelare il sangue nelle vene.
  
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From: Supporto Tecnico
To: Io
Subject: Re: Problema con [nome software]
Body: Buongiorno, cos'e' la DMZ? Cordiali saluti.
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Vi giuro, sono stato cinque minuti a leggere e rileggere la mail cercando, sperando di trovare un qualche tipo di significato nascosto, ma non ce l'ho proprio fatta. Una domanda simile e' assolutamente legittima da parte di un utEnte o di un utOnto ma questo qua e' il supporto TECNICO. Inoltre, caro tecnico, se non sai cos'e' una DMZ, ti pare molto sensato chiederlo al cliente? Ho quasi paura a schiacciare "rispondi". :)

venerdì 18 gennaio 2013

Universi paralleli

Oggi mi e' capitata una cosa parecchio strana che non c'entra un tubo con l'informatica. Quel tipo di cose che ti fanno pensare "ma sono finito in un universo parallelo?"
E' tardo pomeriggio quando io e  la mia compagna decidiamo di andare a cena fuori. Scegliamo il posto, acchiappo il numero e chiamo. Per capire meglio la situazione dovete tenere presente che in questo locale andremo si e no una volta ogni tre mesi quindi non possiamo di certo essere definiti "clienti abituali".

Uomo al Telefono: Buonasera signor Bitmover!

Attimo di silenzio durante il quale mi passano in mente cose del tipo "oddio, qualcuno mi spia!", "hanno clonato il mio numero di telefono!" e anche "i servizi segreti mi stanno ascoltando!".

UaT: Pronto?
Io: Ehm... buonasera. Volevo sapere se avete un tavolo per due per questa sera.
UaT: Ma certo, ci mancherebbe. Vi aspettiamo!

Fisso il cellulare in silenzio per qualche istante cercando di capire cosa si e' fumato il tizio. Non che mi sia dispiaciuto, intendiamoci, l'ho solo trovato bizzarro.

Compagna di Bitmover: Prenotato?
Io: Si, ma e' successa una cosa strana.
CdB: Cioe'?

E vado a spiegare.

CdB: Magari ha riconosciuto il numero e voleva solo essere gentile.
Io: Sara'...

La mia "paranoia lavorativa da utOnto" mi tormenta per tutto il viaggio fino al ristorante. E quando entriamo, la situazione peggiora.

TD: Benvenuti. Avete prenot...

Un collega di TD si avvicina e le bisbiglia qualcosa in un orecchio. Io sono abbastanza vicino da sentire.

Collega di TD: Sono i [mio cognome].

TD mette su un sorriso a 180 denti. Modello squalo, per capirci. E stringe a entrambi la mano.

TD: Buonasera, signor Bitmover! Signora.

Io e la mia compagna ci guardiamo e un brivido mi corre lungo la schiena. Sara' anche gentilezza ma mi sembra di essere finito all'Overlook Hotel con Jack Nicholson che continua a scrivere "Il mattino ha l'oro in bocca" a pochi passi da me. Comunque sia ci sediamo e attendiamo l'arrivo del cameriere.

Io: Scusa ma mi sento un po' strano. Sara' che sono abituato a insulti e rotture di [organo genitale maschile volgarmente detto] ma non lo trovo normale.

La mia compagna si guarda attorno e lascia andare un "gia'". Evidentemente la paranoia lavorativa da utOnto e' contagiosa. Arriva il cameriere, che chiamero' affettuosamente Cameriere utOnto e la prima cosa che fa e' farmi cadere il menu' addosso.

Cu: Oh, scusi.

Passa il menu' anche alla mia compagna ma va lungo e la prende quasi in faccia.

Cu: Oh, sono mortificato.

Dopo aver scelto, Cu ritorna tira fuori il blocco ma gli vola via la penna.

Cu: Ops...

Recupera la penna e la appoggia saldamente alla carta. Io inizio a provare una calda sensazione di normalita'.

Cu: Eccomi, ditemi pure.
Io: Vorrei un piatto di tagliatelle al sugo di...
Cu: Umh... secondo lei le tagliatelle le devo scrivere nel primo riquadro in alto o nel secondo?

Io guardo la mia compagna e sorrido. Sto tornando alla realta'.

Io: Non ne ho idea, mi spiace.
Cu: Sa, le chiedo scusa se le faccio domande del genere ma e' la prima ordinazione che prendo in vita mia.

OK, l'universo parallelo e' finito e sono tornato nella mia cara, utOntesca realta'.
La conferma, pero', l'ho avuta quando siamo arrivati a scegliere il vino.

CdB: Avete dei vini al calice? A parte quelli, intendo.

E indica una lavagna nera poco distante. Il cameriere strizza gli occhi quasi come se dovesse spremere un limone con le palpebre e guarda in direzione della lavagna nera che sara' a qualcosa tipo due metri. Scarsi. Roba che se allungo il braccio la riesco a toccare.

Cu: Lei riesce a vedere quella lavagna? No perche' i vini sono scritti li' e io non riesco di sicuro a leggere cosa c'e' scritto.

No, per chi se lo chiedesse, i vini non erano scritti in piccolo in un angolo ma occupavano tutta una lavagna. Una GROSSA lavagna.

Io e CdB ci guardiamo e sorridiamo.

CdB: Guardi, lasciamo stare. Ho visto un vino che mi interessa. Mi puo' portare un bicchiere di Negramaro?

Cu: No, il Negramaro non ce l'abbiamo pero' in compenso abbiamo il Syrah, il Brunello e il Negramaro.

Giuro. Parole testuali.

Io: Cara, dolce realta'.
Cu: Come scusi?
Io: Niente, pensavo ad alta voce.

Forse la realta' parallela in cui pensavo di essere capitato non era poi cosi' male. :)

mercoledì 16 gennaio 2013

lunedì 14 gennaio 2013

Prima regola: tenere le mani a posto

Oggi ho avuto la conferma che gli st(R)agisti, secondi solamente agli utOnti, hanno una fortuna sfacciata quando si parla di sopravvivenza.
Un nostro cliente ha recentemente cambiato sede e ha acquistato un vecchio, grande stabilimento in disuso nella zona industriale della citta' per spostare la produzione di non-so-cosa-ma-fa-tanto-rumore.
La prima cosa da fare, a livello di networking, e' installare un sistema di access point Ruckus in modo da permettere la navigazione ai pochi utenti presenti. Visto che in questo periodo in azienda c'e' un nuovo st(R)agista appassionato di networking, indovinate un po' chi e' il (sarcasmo) fortunato (/sarcasmo) tecnico che se ne dovra' occupare e che dovra' tirarsi dietro il suddetto st(R)agista?
Dopo un breve tragitto, parlando del piu' e del meno, arriviamo a destinazione.
Nel piccolo ufficio prefabbricato dove dovra' essere installato lo ZoneDirector ci sono una valanga di cavi, pinze, martelli, crimpatrici e un elettricista che avrebbe potuto fare benissimo la controfigura di Schwarzenegger nel primo Terminator o in "Conan, il barbaro" se preferite.

Io: Salve.
Elettricista Gentile ma da non fare Incazzare: Salve.
Io: Siamo venuti per l'installazione degli access point e del sistema di controllo centralizzato.
EGmdnfI: Gli access point potete darli a me. Qua sto finendo di crimpare alcuni cavi di rete poi potete collegare tutto quello che volete.
Io: Perfetto.

Pieni di belle speranze, attendiamo la fine del lavoro di crimpatura e, pochi minuti dopo, l'elettricista
ci lascia la postazione.

EGmdnfI: Una cosa importante.
Io: Dica.
EGmdnfI: Li' (indica la parete accanto a dove dobbiamo lavorare noi) c'e' un quadro elettrico non finito. Fate attenzione a non mettere le mani dentro che devo ancora finire di sistemare una cosa.
st(R)agista: Cosa?

Gia' da questa domanda avrei dovuto capire che qualcosa non tornava ma il mio unico neurone (l'altro e' in ferie, attualmente) era troppo impegnato a fare l'elenco delle cose da fare.

EGmdnfI: Ci sono alcune prese che non funzionano bene. Stiamo ancora verificando.
st(R)agista: Ok.

EGmdnfI se ne va e noi iniziamo a lavorare. O meglio, io inizio a lavorare perche' dopo un minuto mi rendo conto che lo st(R)agista non sta facendo nulla.

Io: Che ne dici di...

La frase mi muore in gola quando vedo lo st(R)agista, fermo, in piedi davanti al quadro elettrico con una mano all'interno intento a smuovere dei fili.

Io: TORNA SUBITO QUA!
st(R)agista: (togliendo le mani come se avesse davvero preso una scossa) Ma...
Io: Ma un gran bel [organo genitale maschile, volgarmente detto]!
st(R)agista: (guardandosi le mani) Ma...
Io: (cercando di recuperare la calma) Oltre al fatto che se ti facevi male erano [sempre organo genitale maschile, questa volta al plurale, sempre volgarmente detto] acidi, mi dici perche' cavolo metti le mani in una cosa non nostra?
st(R)agista: Io pensavo che...

Grave errore. Pensare intendo. In questo soggetto, almeno.

Io: Allora ti faccio una domanda. Se l'elettricista tornava e ti vedeva con le mani la' dentro e dava la colpa a te, e quindi alla nostra azienda, per i problemi che ci sono?
st(R)agista: Secondo me esageri.

Visto che questo e' uno stabilimento in fase di ripristino, magari lo trovo un buco dove infilarlo.
O qualcosa che devono ancora cementare.

Io: Immagino che parli cosi' perche' conosci quell'elettricista. Di persona, intendo.
st(R)agista: Beh, no.
Io: Quindi come fai a sapere come avrebbe reagito? Se ti avesse dato davvero la colpa del problema, tu cosa avresti fatto?
st(R)agista: Ecco... io...
Io: Ecco bravo, prendi gli access point e inizia a tirarli fuori dalle scatole. FUORI da questo ufficio.

Quanto scommettiamo che se avessi messo io le mani in quel quadro elettrico mi sarei preso la 380?

venerdì 11 gennaio 2013

Stampa che ti passa

E ci risiamo. Di cosa sto parlando? Di quegli utOnti che, sentita una frase, diventano immediatamente dei tecnici pronti con la soluzione.
Oggi, come dicevo, ne e' capitato un altro anzi, per essere piu' precisi, un'altra.
E' una tranquilla mattina, si fa per dire, quando arriva il seguente ticket:

*************************
From: utOnta
To: Supporto
Subject: Problemi di stampa
Body: Non riesco a stampare dal [nome software] gli ordini.
*************************

Ora, [nome software] non e' di nostra competenza, lo dimostra anche il logo di [altra azienda] diverso dal nostro che appare all'avvio con tanto di numero di telefono per le richieste di assistenza. Immagino che guardare cosa appare a video vada oltre il possibile e sia piu' facile chiamare il primo numero di assistenza della rubrica (sfortunatamente, il nostro).
Cerco di assimilare ogni forma di meditazione zen in pochi istanti tipo Neo, in Matrix, quando impara per la prima volta le arti marziali, e chiamo l'utOnta.

utOnta: Buongiorno.
Io: Ciao, sono [io] di [nome ditta].
utOnta: Ciao! Non stampo da [nome software].
Io: Si, ti chiamo proprio per questo. Mi sto collegando al tuo PC, un attimo.

Qualche attimo dopo...

Io: Ok, potresti cortesemente farmi vedere l'errore?

utOnta esegue una procedura a me sconosciuta e il programma genera un errore interno all'applicazione quando viene lanciata la stampa.

Io: A quanto vedo e' un problema del programma quindi...
utOnta: (Interrompendomi) No e' un problema della stampante.

Eccolo la', il tecnico. E poi, fra l'altro, visto che non gestiamo neanche la stampante, se sai che e' un problema di quell'affare, perche' hai chiamato noi anziche' l'assistenza tecnica giusta?

Io: Se hai un minuto farei un altro test per verificare che sia veramente un problema del programma.
utOnta: E' un problema della stampante ma fai pure.

Apro Word, creo un nuovo documento, scrivo due righe di prova e lancio la stampa.

Io: Potresti dirmi se il documento e' stato stampato?
utOnta: Si. Quindi?

Niente, vero? Neanche davanti all'evidenza.

Io: Visto che da Word stampa mentre da [nome software] no, dovresti contattare l'assistenza del prodotto in quanto non posso aiutarti.
utOnta: Ma quindi non e' un problema della stampante?
Io: (penso) Che si sia inceppata? utOnta, non la stampante (dico) No, e' un problema del software.
utOnta: (delusa) Ah, ok. Vedro' di chiamare loro allora. Grazie.

Darmi retta la prima volta, no?
Darmi retta la seconda volta con le prove letteralmente in mano, nemmeno?

mercoledì 9 gennaio 2013

Ciao Whisky

giugno 2010 - 9 gennaio 2013

Lo st(R)agista - Orientamento - parte 2



lunedì 7 gennaio 2013

Duri come rocce

Ovviamente, quando parlo di "duri come rocce", mi riferisco ai cervelli degli utOnti o, in questo caso, di un cervello in particolare.
Un nostro cliente ha acquistato da qualche tempo una casella di posta certificata ma, per motivi che non mi e' dato sapere (ma immagino), e' stata comprata la licenza per una postazione nonostante le persone che devono utilizzare quell'account sono cinque.
Qualche mese fa, utOnto mi contatto' dicendo che "la casella di posta certificata continuava a chiedere la password". Il motivo e' semplice da spiegare: avendo la licenza per una postazione, ogni volta che un'altra postazione diversa dalla prima scarica la posta, la prima postazione DEVE reinserire la password.
Fine della storia.
Pensavo che il concetto di "una licenza uguale una postazione, non cinque" fosse abbanstanza chiaro ma ovviamente mi sbagliavo.
Sono circa le 9 di mattina quando squilla il mio interno.

Io: Si?
Collega: Ti passo [utOnto].

Qualche istante dopo...

Io: Si?
utOnto: Ciao, ti chiamavo perche' ci si e' ripresentato il problema alla posta certificata.
Io: Quale problema? (penso) come se non lo sapessi.
utOnto: Qua tutti dobbiamo inserire la password ogni dieci minuti!

Notare l'uso del plurale su una licenza per UNA postazione.

Io: E' una cosa di cui avevamo gia' parlato, ricordi? Avete la licenza per una postazione quindi se un'altra persona scarica la stessa casella di posta, viene richiesto l'inserimento della password.
utOnto: No, non hai capito.

Ovvio, scemo io.

Io: Dimmi.
utOnto: La postazione che in genere controlla la posta ora e' spenta e nessuno di noi la controlla.
Io: Vuoi dire che avete rimosso l'account di posta certificata dagli altri quattro PC che la usavano?
utOnto: No, ma non la controlliamo al momento e ci richiede comunque la password.
Io: E' possibile che questa mattina qualcuno abbia controllato la posta? (penso) Anche perche', avendo Outlook con le impostazioni di default, dubito molto fortemente che nessuno di voi quattro scienziati tenga Outlook aperto durante la giornata.
utOnto: No, non credo.

Secondo me, quel "non credo" dice tutta un'altra storia.

Io: E poi, scusa una cosa, come fa a chiedervi la password se avete Outlook chiuso?
utOnto: Ehm... ma vedi... io... sbidiguda prematurata, scappellamento a destra.
Io: Tutto bello pero' il problema e' sempre lo stesso.
utOnto: Cioe'?
Io: Che la vostra licenza e' per UNA postazione quindi se la utilizzate in un numero compreso fra due e infinito, vi chiedera' sempre e costantemente la password.
utOnto: E non c'e' modo di evitarlo?

Sul serio, cosa c'e' di difficile nel "una licenza, una postazione"?

Io: Si, certo. Basta comprare piu' licenze.
utOnto: Ah, oppure?
Io: Rimuovere i quattro PC di troppo?
utOnto: Umh... ti faro' sapere.

Accetto scommesse. Quanto tempo passera' prima di ricevere la prossima telefonata nella quale verra' segnalato un problema alla password della posta certificata? :)

venerdì 4 gennaio 2013

Non la capiranno mai

A cosa mi riferisco con questo titolo? Alla mentalita' perversa che alcuni Tecnici utOnti molto utOnti e poco Tecnici possiedono. Vado a spiegare.
Sono le 15:30 di una ventosa giornata di fine aprile quando arriva il seguente ticket:

**********************************
From: [Tecnico utOnto]
To: SupportoTecnico
Subject: antivirus
Body: Ci sarebbe da installare l'antivirus sul PC [nome PC]. E' gia' in linea.
**********************************

Ovviamente "ciao", "per favore", "cortesemente", "arrivederci" sono parole che non si usano a casa di Tecnico utOnto. Lasciamo stare che e' meglio.
Mi collego alla console di gestione centralizzata di Avira, aggancio il nuovo PC ma questo risulta fuori linea. Le cose sono due:
  1. E' davvero fuori linea nonostante quello che ha detto Tu (gia' successo MOLTE volte);
  2. C'e' il firewall di Windows attivato (gia' successo CENTINAIA di altre volte).
Chiamo il soggetto.

Tu: (scocciato) Si?
Io: Ciao, sono [io] di [nome ditta]. Ti chiamo per l'installazione dell'antivirus che hai richiesto.
Tu: (sempre scocciato) Dimmi.
Io:  Il PC non e' raggiungibile. E' in linea?
Tu: Si.
Io: Sei sicuro?
Tu: Certo.
Io: Puoi provare a navigare su Internet?
Tu: Fatto, ci riesco.
Io: Visto che immagino tu abbia aperto soltanto Google, puoi provare ANCHE a fare una ricerca? No, sai, magari Google ce l'ha in cache.

Secondo me, se parlavo in aramaico stretto era uguale, ma saro' io che penso sempre male.
Vorrei ricordarvi che questo tizio si spaccia per tecnico informatico e firma le sue mail come tecnico informatico.

Tu: Ah, aspetta che provo.

Figurarsi.

Tu: E' un po' lento ma funziona tutto.
Io: Immagino che tu abbia disabilitato il firewall di Windows, vero?
Tu: Certo.
Io: Dai servizi?
Tu: Si, certo. Dai servizi.
Io: Allora forse c'e' qualche problema sul PC. Lanciami [famoso programma di assistenza remota] che vedo di fare qualche verifica.

Mentre sono in attesa che Tu esegua la complessa operazione di scaricare e lanciare il programma, ricevo una chat da una collega che riporto pari pari.

Collega Donna: Richiami [utOnto] quando ti liberi?
Io: Cos'ha fatto questa volta?
CD: E' pazzo come cavallo pazzo nei momenti di peggior pazzia.
Io: Cioe'?!?
CD: Telefonata.
      Io: [nome ditta] salve.
      Lui: Ho fatto una cosa che non dovevo fare.
      Io: Prego?
      Lui: Ah no, scusa, stavo pensando.
      Io: Ok, dimmi.
      Lui: Sono [utOnto]. Quella mail.

Nota: non ha aggiunto altro, proprio "sono [utOnto]" e "quella mail". Fine della frase.

CD:
      Io: Quale mail?
      Lui: Ah no, in effetti stavo parlando con [io].

Nota 2: Si, stava parlando con me. Questa mattina alle 9. Sette ore fa circa.

CD: Eh magari allora ti passo [io].
Io: Dai, si droga. Capiscilo.
CD: Di bruttobruttobrutto come diceva rezzonico di Aldo, Giovanni e Giacomo.

Come dare torto a CD?
Nel frattempo, Tu e' riuscito a lanciare il programma e io riesco a collegarmi al PC. L'errore lo trovo in due secondi e lo riporto nell'immagine seguente.
Io: (penso) "Hai disabilitato il firewall di Windows dai servizi?" "Si". Si sto par de...

Dopo aver disattivato DAVVERO il firewall di Windows, l'installazione e' andata avanti senza il minimo problema.
Finito questo intervento, chiamo [utOnto] per il caso che mi ha segnalato CD poco fa.

utOnto: Si?
Io: Ciao, sono [io] di [nome ditta]. Ti chiamo per il problema della mail.
utOnto:  Si, non funziona ancora.

Spiegazione: questa mattina, lo stesso utOnto ha richiesto delle verifiche per alcune mail "mai arrivate" a destinazione. Visto che il loro server di posta aveva correttamente inoltrato in Rete queste mail, avevo riferito la cosa e chiuso li' la faccenda.

Io: Cosa significa "non funziona ancora"? Ti ho detto questa mattina che il problema dipende dal server del destinatario e non dal vostro.
utOnto: No, non hai capito.

Ovvio, sempre io che non capisco. Il giorno che trovo uno che mi dice "aspetta, mi sono spiegato io di [rifiuto corporeo in forma solida, volgarmente detto]" apriro' una bottiglia di spumante.

Io: Spiegati meglio allora.
utOnto: Ho inviato la mail a un account su Gmail e neanche in questo caso e' arrivata.
Io: Aspetta che verifico. A che ora l'hai mandata?
utOnto: Alle 14.
Io: Si, c'e'. E' partita correttamente dal vostro server verso Gmail.
utOnto: E non puoi fare delle verifiche?
Io: (penso) Come no, ora chiamo Larry Page e Sergey Brin e domando perche' la tua mail non e' arrivata (dico) Io posso verificare il vostro server. Una volta che e' uscita verso Internet non...

Mentre dico la frase l'occhio mi cade sulle dimensioni della mail.

Io: Come mai questa mattina la mail era di 5 MB mentre ora e' diventata di 50?
utOnto: Ah, dici che e' per quello che non e' arrivata?

E' strano come a volte agli utOnti sfuggano i dettagli piu' insignificanti. Per loro, ovviamente.

mercoledì 2 gennaio 2013